Mostra Venini: Luce 1921-1985 a LE STANZE DEL VETRO di Venezia

Venini: Luce 1921-1985, installation view, ph. Enrico Fiorese

Venini: Luce 1921-1985, installation view, ph. Enrico Fiorese

Sta per concludersi Venini: Luce 1921 – 1985, la mostra aperta al pubblico dal 18 settembre 2022 fino all’8 gennaio 2023 a LE STANZE DEL VETRO sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Venini Luce 1921-1985 LE STANZE DEL VETRO

Curata da Marino Barovier, l’esposizione racconta la storia e l’attività della celebre fornace nel campo dell’illuminazione, mostrandone alcuni degli esempi più caratteristici. L’illuminazione sia per uso domestico che per i grandi ambienti, pubblici e privati, rappresenta infatti un ambito importante della produzione vetraria di Murano e la vetreria Venini si è distinta in questo settore grazie al suo costante aggiornamento e alla sua apertura al mondo del progetto, come testimoniano i suoi molteplici rapporti di collaborazione con artisti, designer e architetti.

La mostra si articola in sette sale in cui sono esposti oggetti che illustrano la trasformazione delle lampade Venini, della loro forma e della loro materia, nell’arco temporale che va dal 1921 al 1985, cioè dalla fondazione della V.S.M Cappellin Venini & C. fino all’ultimo anno di presenza della famiglia Venini in vetreria. Si tratta di 81 manufatti, accuratamente selezionati, che provano l’abilità della fornace nel restare sempre al passo con i tempi, grazie alla ricerca e alla definizione di nuovi tipi di vetro (pulegoso, a canne, opalino, stampato etc.) e di nuove tipologie di apparecchi come quelli a elementi modulari.

Venini: Luce 1921-1985, installation view, ph. Enrico Fiorese

Venini: Luce 1921-1985, installation view, ph. Enrico Fiorese

Tra i protagonisti di questa storia troviamo, tra gli altri, nei primi anni venti, il pittore muranese Vittorio Zecchin, con la sua raffinata rielaborazione del lampadario a bracci e negli anni 1928-30 lo scultore Napoleone Martinuzzi, con i suoi originali manufatti in vetro pulegoso (materiale semi-opaco caratterizzato dall’inclusione di piccolissime bolle dette “puleghe”). A questi seguirono l’architetto Tomaso Buzzi e l’architetto Carlo Scarpa che vanta una lunga collaborazione con la vetreria conclusasi nel 1947.

Gli anni Cinquanta videro confermarsi ulteriormente il rapporto tra i progettisti e la fornace muranese a cui si rivolsero architetti come Gio Ponti e Franco Albini e con cui collaborarono anche giovani provenienti dalla Scuola di Architettura di Venezia come Massimo Vignelli, che disegnò una serie di lampade ispirate al design nordico, rivisitato in chiave muranese.

Successivamente, dalla fine degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta, vennero sviluppati apparecchi realizzati con elementi modulari, a partire dai famosi poliedri fino ai moduli come le gocce, le canne piene, le canne vuote con diverse sezioni, dimensioni e finiture, ma anche cubi e piastre, grazie ai quali fu possibile eseguire svariate tipologie di apparecchi: dalle sospensioni, alle lampade a parete, dalle grandi installazioni alle soffittature luminose.

Oltre ai lavori della fornace, per rappresentare le grandi opere eseguite dalla famosa vetreria, nella Sala Carnelutti e nel Piccolo Teatro della Fondazione Giorgio Cini vengono proposte due formidabili installazioni che, a differenza della mostra, rimarranno aperte al pubblico fino al 9 luglio 2023.

Grande lampadario a poliedri nel padiglione del Veneto a Italia 61, Torino, progetto Carlo Scarpa, 1961

Grande lampadario a poliedri nel padiglione del Veneto a Italia 61, Torino, progetto Carlo Scarpa, 1961

Nella prima viene ricostruito il lampadario a poliedri policromi (con circa quattromila elementi in sei colori diversi), omaggio a Carlo Scarpa, che lo progettò per il padiglione del Veneto in occasione dell’esposizione “Italia 61”, tenutasi a Torino nel 1961 nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’unità d’Italia.

Nel secondo, viene riallestito il famoso “Velario”, realizzato nel 1951 per la copertura di Palazzo Grassi. Costituito da una serie di “festoni” con cavi d’acciaio e sfere in vetro cristallo balloton, di tre misure diverse e reiterate secondo una cadenza prestabilita, il “Velario” fu smontato nel 1985-1986 in occasione del restauro di Palazzo Grassi ed è qui visibile per la prima volta dopo quasi quarant’anni, anche se in dimensione ridotta.

LE STANZE DEL VETRO sono un progetto culturale e uno spazio espositivo permanente, disegnato da Annabelle Selldorf Architects, situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Un progetto nato nell’estate del 2012 dalla collaborazione tra Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, dedicato allo studio e all’esposizione delle forme moderne e contemporanee dell’arte vetraria, con l’ obiettivo di riportare il vetro al centro del dibattito e della scena artistica internazionale, mostrando le innumerevoli potenzialità di questa materia, grazie alla promozione degli artisti contemporanei che hanno utilizzato il vetro come mezzo espressivo originale e medium della propria poetica e alla valorizzazione e allo studio dei principali produttori e delle più importanti collezioni di vetro presenti nel panorama mondiale.

Ogni anno vengono realizzate due mostre: la prima, in primavera, dedicata all’utilizzo del vetro negli ambiti dell’arte e del design del ventesimo e del ventunesimo secolo; la seconda, durante l’autunno, dedicata ai talenti che nel Novecento hanno disegnato e progettato per la vetreria Venini.

LE STANZE DEL VETRO adottano un modello culturale anglosassone che prevede l’accesso libero allo spazio espositivo e alle esposizioni, a sostegno dell’idea di cultura come patrimonio appartenente alla comunità. Per questo motivo l’ingresso alle mostre, le visite guidate e le proposte didattiche sono offerte a titolo gratuito.

VENINI: LUCE 1921 – 1985
dal 18 settembre 2022 all’8 gennaio 2023
LE STANZE DEL VETRO
Isola di San Giorgio Maggiore – Venezia
lestanzedelvetro.org


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