Cina: la città proibita, un must di Pechino
La Città Proibita è un must per chiunque vada a Pechino. Non si può e non si deve rinunciare alla visita dell’immenso palazzo imperiale per moltissimi motivi. Prima di tutto perché è un elemento indispensabile per comprendere la cultura e la storia della Cina imperiale, poi perché fa parte del nostro immaginario collettivo. Se si pensa alla Cina si pensa anche alla Città Proibita.
Bastano pochi numeri per rendere l’idea dell’immensità della Città Proibita: 720.000 metri quadrati di superficie su cui sono stati costruiti circa 800 diversi edifici. Una cosa, semplicemente, enorme e per noi europei, abituati a spazi ben diversi, quasi difficile da comprendere realmente.
Hanno vissuto nella Città Proibita 24 diversi imperatori (14 della dinastia Ming e 10 di quella Qing) e alla fine del XVIII secolo vi risiedevano stabilmente novemila persone.
Quando però vi arrivate come semplice visitatore, come puro turista con nella mente le mirabili e poetiche immagini dei film (“L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci oppure “Curse of the Golden Flower” di Zhang Yimou, solo per citarne alcuni ma l’elenco potrebbe essere assai lungo) il vostro mito crollerà. Non del tutto, ma crollerà.
Riuscirete a cogliere e forse comprenderne la vastità, gli spazi siderali, l’enormità del lavoro ma difficilmente riuscirete a trovare e cogliere la maestosità che vi aspettavate e se ci riuscirete sarà solo in qualche angolo ed in qualche momento.
Folle incontrollabili ed incontrollate di turisti di ogni parte del mondo (tantissimi i cinesi), armati di milioni di macchine fotografiche, di telefonini, di gadget elettronici, cercano di vedere quello che volete vedere anche voi. Una folla enorme vuole, giustamente, visitare quello che dal 1987 fa parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Ne sarete infastiditi pur sapendo che anche voi, in qualche modo, anche per la sola presenza, infastidite gli altri.
Vedrete i palazzi decorati o costruiti con legni rari (spesso colpiti da incendi); vedrete gli enormi calderoni di bronzo da tenere pieni d’acqua proprio da utilizzare in caso di incendio (spesso posti su grandi bracieri per non far gelare l’acqua in inverno) e sparsi un po’ ovunque. Vedrete la mania (moderna) dei cinesi di recintare qualunque cosa.
Arriverete nella piazza della Suprema Armonia, che si affaccia sulllo splendido Palazzo omonimo con la rampa, che conduce alla Sala della Suprema Armonia (utilizzata per le incoronazioni, i matrimoni e le investiture imperiali), in marmo massiccio intagliato a mano con draghi e altre incisioni.
Vedrete i colori dei palazzi con il rosso dominante ma anche il verde, il blu ed il giallo. Noterete però anche la ripetitività stucchevole dei cortili ed egli edifici.
Poi, stremati e forse non del tutto soddisfatti uscirete (son ben cinque le porte di accesso alla Città Probita). Avrete fatto il vostro dovere. Avrete visitato una cosa che è indispensabile vedere anche se, forse, vi rimarrà un po’ di delusione. Quale è, o forse era, la vera Città Proibita? Quella maestosa, spesso silenziosa ed impressionante dei film che vi hanno appassionato o quella chiassosa, affollatissima e confusa che avete visitato? Probabilmente nessuna delle due.
Avrete fatto una cosa scontata, banale, da turista? No, non preoccupatevi. La Città Probita, che tradotta letteralmente sarebbe “Città purpurea”, va visitata ed è, nonostate le folle oceaniche, un’esperienza imperdibile.