L’Avana: Hotel Ambos Mundos
L’Hotel Ambos Mundos, in calle Obispo, nel cuore de la Habana Vieja, è indissolubilmente legato a Ernest Hemingway. Qui, nella stanza 511, lo scrittore americano trovò la sua prima dimora cubana dove si stabilì dal 1932 al 1937 prima di trasferirsi nella sua nuova villa, la Finca Vigia, costruita poco fuori città.
L’hotel fa, a ragione, vanto della così lunga presenza di Hemingway e la stanza, non più disponibile per gli ospiti, lasciata così come era, anzi arricchita di altri cimeli storici, è diventata una sorta di piccolo museo visitabile (accompagnati da una giovane ed appassionata addetta) gratuitamente per chi pernotta in hotel ed a pagamento per chi viene da fuori.
L’edificio, un palazzo di cinque piani dei primi del Novecento, appartenente ad una ricca famiglia cubana, trasformato in hotel negli anni Venti spicca per il color rosa che lo rende chiaramente distinguibile nelle strette ed affollate via della città vecchia. Sebbene abbia subito un paio di piccole ristrutturazioni nel corso della sua storia ed un’altra sia ancora, permanentemente in corso, non sembra aver modificato il suo impianto ed aspetto originale, magnificamente datato e coloniale.
La hall, spaziosa e buia per preservare un po’ di fresco, è dominata dal grande bancone del bar mentre la reception è più in fondo, in un lato, vicino ad un piccolo angolo con divani pieno di quadri, foto e memorie sempre di Hemingway.
Trovare una camera all’Ambos Mundos non è cosa semplice ma con un po’ di fortuna, molta buona volontà ed un discreto quantitativo di contanti, anche se l’hotel è formalmente fully booked la stanza, a volte, viene miracolosamente resa disponibile.
Proprio per questo, già a L’Avana, ma sistemato in un altrettanto interessante hotel, il Mercure Sevilla, prima di partire per un indimenticabile giro dell’isola mi, sono recato personalmente all’Hotel Ambos Mundos per cercare una camera per gli ultimi giorni di permanenza.
Dopo un primo rifiuto ed un consulto della receptionist con misteriosissimi manager, una stanza è risultata libera e si è resa disponibile al normale prezzo di vendita… o quasi. Il management, veniva spiegato, non poteva però gestire la transazione nella normale contabilità e il pagamento, solo per contanti, sarebbe andata su un fondo speciale. Non so bene a chi siano andati i miei soldi ma lo scopo era stato ottenuto: avevo la camera (e che camera!).
Tornato in città, dopo aver girato in lungo e in largo per Cuba, ho finalmente preso possesso della mia sistemazione in hotel.
All’Hotel Ambos Mundos la prima cosa da affrontare, escludendo le consuete lunghe procedure di registrazione, peraltro simili in tutta l’isola, è la salita ai piani (stanza al quinto piano). È disponibile un unico ascensore, lentissimo, che deve essere necessariamente gestito da qualcuno del personale.
Nessun problema all’arrivo quando l’addetto che porta i bagagli conduce personalmente l’ascensore ma, in generale, qualche problema l’ascensore lo dà. A volte non funziona, spesso si fa attendere a lungo, a volte manca l’addetto e l’uso in autonomia se non proprio impedito fisicamente è di sicuro molto mal visto. In ferro battuto ed a vista, è però nato insieme all’hotel e quindi uno tra i suoi elementi più caratteristici, come tale bisogna accettarlo.
I corridoi dei piani sono piuttosto anonimi e la stanza piccola ma piacevole, seppur datata. Spazi ridotti quindi ma sufficienti.
Arredamento con linee pesanti e piuttosto antiquate ma ben conservato, colori molto scuri sia dei mobili che dei tessuti di arredamento. Stile complessivo molto tradizionale con grossi comodini, abat-jour alte, sedie con fodera in velluto. Il letto, comodo, ha sulla sinistra un’inconsueta rastrelliera per i vestiti. Di fronte invece una scrivania con specchiera ed un armadio piuttosto piccolo. Immancabili sul letto, dopo ogni riordino della camera, le composizioni, floreal-animali, con gli asciugamani per ingraziarsi gli ospiti ed ottenere qualche mancia in più.
Bagno piccolo e, quasi inutile ripeterlo, datato. Nonostante ciò ancora in condizioni discrete. Vasca doccia stretta e con getto debole.
La scoperta più interessante, è però quella relativa alla stanza accanto. La mitica 511 dello scrittore de “Il vecchio e il mare”. Anche solo il piacere di aver avuto quella stanza può ripagare di qualche piccolo, ma consueto a Cuba, disagio. Forse è anche la spiegazione delle misteriose manovre riguardo alla prenotazione ed al pagamento.
La colazione si può fare sulla terrazza del tetto con una bellissima vista sui tetti de la Habana Vieja. È discreta, accettabilmente varia ma non eccelsa. Il personale, come quasi sempre a Cuba, è gentile ma non solerte.
Un’improvvisa mancanza d’acqua nelle camere, che altrove avrebbe causato grande agitazione
nel personale e sicuramente una comunicazione immediata, viene affrontata con molta calma. L’informazione viene data a colazione agli ospiti mano a mano che si presentano, da una cortese
ma non particolarmente operativa addetta mentre il personale del ristorante si limita a comunicare quasi ridendo che te e caffè non sono disponibili.
La hall, affascinate e fresca, in puro stile coloniale ospita in piena tranquillità alcuni cani, molto tranquilli e puliti che, quando sono stanchi del caldo, vanno a cercare là un po’ di frescura. Non sono randagi, perlomeno non in senso stretto, sono adottati, come altri in città, dalle istuzioni, dalle banche, dai musei che se ne occupano ed a conferma portano al collo una sorta di carta di identità con tanto di nome e di chi ne è responsabile ma si aggirano liberamente per il quartiere scegliendo i posti a loro preferiti.
L’Ambos Mundos è dunque un albergo in pieno stile cubano: ricco di fascino e di storia, un po’ datato ed un po’ usurato, con tanti piccoli difetti ma un’atmosfera piacevole, con personale cortese ma non particolarmente efficiente. Probabilmente un hotel imperdibile.
Hotel Ambos Mundos – Obispo 153 –