30 marzo 2020

Mappamondo

Ho deciso di partire. Non ho nemmeno bisogno di preparare il trolley: è sempre pronto.

Per la prima volta, e non comprendendone nemmeno la vera ragione, prendo la mia bussola, un regalo che risale alla mia Prima Comunione. Il mio spirito di allora era decisamente avventuroso e alternavo momenti di teoria, in cui prediligevo letture come “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Il giro del mondo in ottanta giorni” a momenti di pratica, dove, per la gioia (non proprio) di genitori e nonni, solo o con mia sorella, realizzavo gli esperimenti poco prima letti nei Manuali delle Giovani Marmotte nel giardino e nell’orto di casa.

Nord. Davanti a me si allineano mensole stracolme di libri: cartine, guide e ricordi dei luoghi che ho già visto. Le ho ordinate in base all’organizzazione di una carta geografica: Irlanda e Inghilterra, seguite da Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Svizzera e Austria. All’Italia ho dedicato uno scaffale a parte. La porta di fronte a me introduce alla camera da letto. La luce di questo momento fa sì che la leva della maniglia in ottone getti la sua ombra scura sulla superfice bianca della porta di legno: mi ricorda lo spicchio di quella luna a cui presto spero poter rivolgere nuovamente i miei pensieri. Altri ripiani, altri libri. La prima macro-suddivisione, italiani e stranieri, viene seguita da un’organizzazione in ordine alfabetico; ai libri in lingua, ai dizionari, alle grammatiche e ai libri di testo ho dedicato tutta una libreria a parte: la più grande.

Est. L’armadio, insieme al comò e ai suoi fratelli gemelli, i comodini, appartiene alla camera da letto dei miei nonni paterni. Privato della sua funzione originale, il parallelepipedo marrone è stato trasformato in una dispensa. Sulle tovagliette di lino grezzo, rifinite con un semplice orlo a giorno, tè e tisane aspettano solo di colorare tazze e tazzine. Biscotti e tortine, crackers e grissini sono i loro fedeli compagni di merenda.

Sud. Chi mi conosce sa che le parole che posso dedicare a questo punto cardinale sono piuttosto scarse: angolo cottura. Mi piace mangiare, anche bene, aggiungerei, ma ognuno deve riconoscere i propri limiti e cucinare non mi si addice proprio. Quello che mi riesce meglio? Il tè.

Ovest. Il terrazzo. Il suo stato attuale potrebbe mettere in crisi anche un’esperta del riordino come Marie Kond. Ancora di salvezza in mancanza dell’asciugatrice e “laboratorio” per esperimenti di giardinaggio spesso non ben riusciti, oggi è a tutti gli effetti il mio sguardo sull’universo. E’ la meta dei miei viaggi dalla sedia o dal divano per prendere una boccata d’aria o, semplicemente, dal monitor del mio laptop per osservare il sole pomeridiano.

L’ago della mia bussola indica nuovamente il “quasi nord”. Sulla prima mensola, a portata di mano, sono i fondamentali del momento: il laptop, “L’amore in un clima freddo” di Nancy Mitford e il mappamondo. Lavoro. Aspetto. Immagino.

E’ il 30 marzo 2020 e, nell’attesa di poterlo fare davvero, viaggio solo intorno al mio soggiorno.

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